giovedì 11 agosto 2016

#IOPARTODASOLA

Anni fa, promisi a me stessa che avrei fatto due cose quando avrei compiuto trent'anni.  
La prima: mi sarei vestita sempre in total look Max Mara
La seconda: sarei diventata abbastanza cazzuta da prendere e partire per un viaggio in solitaria.

Jennifer Garner per Max Mara


Oggi che di anni ne ho poco più di 31, tiro le somme.
Per quanto riguarda Max Mara, il matrimonio con un dentista non s'è fatto, non ho vinto al Gratta e Vinci, la mia scalata ai piani alti della famiglia Berlusconi non l'ho neanche cominciata, neanche quella alla famiglia Jobs, non sono founder & CEO di una web start up che ha cambiato la vita di milioni di persone, e quindi continuo a vestire in total look mercato di Viale Papiniano.

Sulla seconda, invece, ce l'ho fatta. Sto per partire, da sola, e vado in Portogallo.

Torre di Belem - Lisbona

C’era un tempo non molto lontano in cui ero saldamente convinta che la solitudine fosse una roba da sfigati. Quando ero ancora studentessa universitaria, condividevo l’appartamento con tre coinquiline (e un fidanzato abusivo). Ogni tanto capitava che mi ritrovassi sola in casa. Dormire da sola, in un letto vuoto, in una casa vuota, con il frigo vuoto in un condominio che magari era vuoto perché a Bologna, nei weekend di luglio e agosto, se andavano tutti a Milano Marittima, era inconcepibile e mi provocava la voragine interiore. Una brutta sensazione. Ma mica perché avessi paura che qualcuno attentasse alla mia vita (no, non è vero, qualche volta l’ho pensato ma non prendevo ancora il Lexotan). Proprio la solitudine come concetto, parola, idea, possibilità, condizione, definizione scritta su un vocabolario, mi urtava i nervi. Era come se avessi paura di stare da sola in mia compagnia.



By Gemma Correll

Del resto, al tempo, consideravo fighe le persone mai sole. Quelle che riuscivano a trovare sempre la giusta compagnia per fare qualcosa: la cena, il concerto, lo studio, l’aperitivo, il sesso, il sonno, le compere, la scampagnata, il lavoro, la palestra, le pulizie, l’estetista, tutto. Ma non sempre la stessa persona, troppo facile (quella ero io quando pensavo che il fidanzamento fosse condivisione morbosa di tutto). Per me, la persona figa per davvero era chi poteva scegliere ogni volta con chi fare cosa, e che avrebbe dovuto fare addirittura una cernita di inviti ad un ipotetico compleanno. Insomma, la figaggine dipendeva sostanzialmente dall'entourage e non da se stessi.


Quando mi capitava, tra un discorso e l'altro, di apprendere che un amico di un amico di un amico era partito da solo, dietro l'apparente indignazione celavo in realtà una specie di ammirazione di cui mi spaventavo e vergognavo allo stesso tempo. Poi una volta, una ragazza molto molto bella e anche molto molto figa - trentenne - raccontò che lei e il suo fidanzato, quell'anno, non erano riusciti ad accordarsi sulle vacanze: 
"Quindi sono andata in Turchia...da sola"
"Da sola? In Turchia?!"
"Sì...e mi sono divertita tantissimo! Istanbul è piena di club stupendi"
"E ci andavi... da sola?! Nei club? A ISTANBUL?!", chiese l'Angela ventenne timorata di Dio.
"Certo! Prendevo il taxi e andavo!"

Secchiata d'acqua fredda, due schiaffi in faccia e cambio di prospettiva. 
Il vero figo non era quello che avevo sempre creduto io. Il vero figo è colui che fa quello che gli va. Senza avere paura di niente. Senza dipendere dalle volontà degli altri. 
Ed ecco che all'immagine di Angela trentenne in Max Mara, si sostituì l'immagine di Angela trentenne in Max Mara su un aereo, diretta verso chissà dove e col posto vuoto accanto in aereo.


E allora, finalmente, parto. Non in Max Mara, ma parto. Perchè ho voglia, non ho più paura di stare in compagnia di me stessa - non sono mica così male, faccio grandi discorsi allo specchio! - e perchè voglio visitare il Portogallo. Quanto è stupido aspettare di vedere un posto che ci chiama solo perchè in quel momento non abbiamo la compagnia adatta a seguirci!
E quanto è bello quando possiamo scegliere tra la compagnia e la solitudine? Quanto è bella la sensazione di sentirsi liberi?

Una persona che conosco, quando gli ho comunicato la cosa tra un discorso e l'altro, mi ha detto: "Oh caspita, mi dispiace che parti da sola!".
Ti dispiace?
Io faccio i salti di gioia. Perchè non è l'unica strada possibile. E' una scelta ragionata e desiderata.
E' la sensazione più adrenalinica del mondo.

Pensavo tra l'altro che ci sono tutta un'altra serie di ottimi motivi per partire da sole:

1 - Pochissimi problemi con l'intimo. Generalmente in una vacanza con le amiche single, vi tocca portarvi dietro la collezione di bustini in pvc per la serata in discoteca, non si sa mai che vi facciate cogliere dall'uomo della vostra vita impreparate. Se siete con il fidanzato, l'intero stock di mutande e reggiseni di Victoria's Secret non può certo restare sepolta nel vostro cassetto. Se siete sole, l'unica cosa che vi serve sono delle mutande comode di cotone, anche un po' slabbrate, così poi le buttate direttamente dopo l'utilizzo e guadagnate grammi preziosi in valigia.

2 - Pochissimi problemi con i vestiti. Parola d'ordine: comodità, che nel 95% dei casi - se sei Beyoncè o Rihanna tranquilla, fai parte del restante 5% - fa rima con CESSO. Ragazzi, quest'anno finalmente porto con me le orride (ma comodissime) BIRKENSTOCK, senza preoccuparmi di provocare repulsione in colui che mi accompagnerà. Avrò la ciabatta di Piperita Patty, e un paio di Converse. Poi shorts di jeans, pantaloni pigiamosi e t-shirt. BASTA. Avrò anche il bagaglio sufficientemente vuoto per riempirlo di tutti gli acquisti che farò in loco.



3 - ...perchè potrò entrare in tutti i negozi che mi pare e starci dentro ore ed ore senza preoccuparmi che fuori ci sia qualcuno ad attendermi con l'aria del finto "No ma va bene fai quello che vuoi, io tanto ti aspetto", e poi si pente di non avermi mollato al deposito bagagli. Se partite sole, avrete tutto il tempo del mondo per perdervi nei negozi di souvenir, spendere anche venti minuti del vostro prezioso tempo per scegliere la cartolina giusta per il nonno.

4 - Non siete obbligate a depilarvi. No. Potete partire con i baffi, con i peli alle gambe, con l'inguine selvaggio. Siete lì per sentirvi libere, e cosa c'è di più libero che andarsene in giro senza preoccuparsi di essere lisce e setose? Perchè non mi venite a dire che vi depilate per voi stesse.

5 - Non siete obbligate a seguire piani d'attacco programmati al secondo. Se tra un monumento e l'altro volete fermarvi a meditare, leggere un libro, scrutare l'infinito, farvi dieci selfie prima di scegliere quello giusto da pubblicare su Instagram, eccovi servite. Siete libere. Libere di perdervi e ritrovarvi, di stendervi in un parco e dormire, di non avere piani e programmi ma di lasciarvi trascinare da quello che il posto che avete scelto avrà da offrirvi.

Io vi saluto, buon viaggio a me, buon viaggio a voi!

MLG

#iopartodasola


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